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[Julius Stain] Diario
#1
Sono arrivato ad Ashabenford da 15 giorni, ho già conosciuto diverse persone e partecipato a molte spedizioni in diverse terre selvagge e sotterranei non troppo distanti da qui.
La spada che mi è stata donata sta cominciando a caratterizzare il mio nome fra gli avventurieri che incontro, è un buon inizio e devo continuare a impegnarmi.
E'la prima volta che scrivo un diario, già non so cosa scrivere o forse non so come farlo in maniera accettabile.
Poco male, alla fine lo leggerò solo io e forse un giorno deciderò perfino di bruciarlo.
Ieri ho avuto da discutere in locanda con qualche personaggio "caratteristico" sulla guerra, inutile dire che l'arte oratoria non l'ho imparata in passato e non la imparerò certo ora.
Qui tutti parlano di ideali, di tragedie, di grandi propositi, sarà così brutto voler andare a scoprire cosa la vita ha da propormi?
Avevo una vita programmata da prima che nascessi e l'ho rifiutata, devo forse definirla ora?
E poi cos'è tutto questo rifiuto per la guerra, la gente soffre e muore ma non la possiamo evitare, è parte della natura da quando ci siamo civilizzati, è forse un prezzo non lo so.
Mi hanno chiesto da che parte deciderò di stare. Che domanda idiota, non voglio di certo vedere il mondo bruciare o vedere la gente fatta a pezzi dai troll o decapitata perchè si rifiuta di sottomettersi a un dio.
Mah non lo so, forse anch'io voglio proteggere qualcosa come Arthur e Marcus, forse no, ma forse bastava non tenermi in una bolla di vetro dove addestrarmi come un cane a dare la zampa quando è ora e mordere quando serve.
Le regole serviranno anche ma fino ad ora mi hanno concesso una vita fatta solo di quelle, continuo a sentire il bisogno di capire se c'è altro e usare la spada mi fa sentire vivo.
Probabilmente la battaglia l'ho ereditata col sangue... c'è chi nasce artista, chi contadino, io sono nato guerriero.
Dovrò scegliere una bandiera o forse dovrò concedermi di non farlo.
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#2
Passano due giorni dalla prima nota e già sono di nuovo qui a provare a descrivere qualcosa di nuovo.
Per quanto l'allenamento di mio padre fosse rigido e preciso, nessuna delle sue prove mi aveva mai preparato a quanto vissuto ieri notte.
Siamo partiti in gruppo come tante altre volte per raggiungere le terre delle bestie, chi per bottino, chi per migliorarsi, chi per chissà quale motivo. Io forse per tutte e tre le cose...
A poca distanza da Peldan's Helm, in una torre diroccata lungo la strada, abbiamo sentito dei lamenti e abbiamo trovato una giovane donna contorta dal dolore che sembrava avvelenata.
Col calare della notte ha cominciato a vomitare e lacrimare uno strano liquido nero che si è tramutato in una sorta di fantasma lasciandola senza vita. La poveretta è morta in un grido agghiacciante!
Ho scoperto che a poca distanza da lì parte un sentiero per un antico cimitero maledetto e da quella parte un tizio incappucciato è comparso in lontananza mandando avanti un gruppo di temibili non morti.
Ero senza energie, il tocco malefico dello spettro mi aveva in qualche modo indebolito e il terrore mi aveva sopraffatto. *il tratto sembra più pesante e forzato qui*
Dannazione ho fatto la figura dell'idiota, avevo paura di finire come la ragazza e le imprecazioni mi limito a dirle a voce...
Quei non morti mi hanno superato in abilità, il numero superiore non mi consola rispetto al risultato.
Mi sono risvegliato bevendo una pozione data da Sitkah e se non fosse stato per i miei compagni ora sarei un non morto al soldo di quel tizio sfuggente.
Non lo so, forse Tempus non era dalla mia, forse mi sta insegnando a rialzarmi buttandomi giù, o forse non mi sono ancora meritato il suo interesse.
Resta il fatto che se volevo solo vittorie dovevo scegliere un'altra strada. Mi sono rialzato, questo basta e non devo assolutamente farmi vincere dalla paura di cadere, è il mio sentiero e prima o dopo succederà.
Devo continuare a combattere.
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#3
Il diario di Julius restava ormai depositato in banca, non era proprio nel suo carattere mettersi continuamente a scrivere delle sue vicende. Forse qualcuno le avrebbe narrate in futuro al posto suo o forse avrebbe cambiato idea in altri periodi della sua vita.
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