11-12-2019, 18:59
Il passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare.
Molti avvenimenti si erano succeduti, non tutti gradevoli. Le avevano permesso di esplorare certi meandri di se stessa che aveva sempre saputo di possedere, ma ai quali non aveva mai veramente dato libero sfogo. C’erano state missioni segrete, pianificazioni, rapimenti, torture, ritrovamenti, contrattazioni. In qualche modo sopravvivere a tutto questo, passarci attraverso, aveva cancellato le sue insicurezze e le aveva reso chiaro chi veramente fosse.
Non esisteva l’indecisione, esisteva solo la mancanza d’informazioni sufficienti.
Colpe erano state scambiate, accuse erano volate, compagni erano stati messi in dubbio, e l’unico modo per passarci attraverso era rimanere calmi e professionali, anche nelle situazioni più difficili. C’era sempre tempo successivamente per ubriacarsi o dare di matto, quando nessuno ti vedeva. L’esperienza e la fiducia potevano rendere un individuo stabile e riservato, un soggetto che raramente sprecava parole in trivialità o discussioni.
Purtroppo non aveva visto l’unità, la coesione. Anche tra i cosiddetti professionisti, a volte il braccio destro non sapeva cosa stava facendo il sinistro, e non per mantenere meglio la sicurezza. A volte le cose sfuggivano.
Era cresciuta a Baldur’s Gate, all’ombra del Trono di Ferro, e forse questo l’aveva resa più fredda del necessario, pur di sopravvivere. Ma quella vita, così come la successiva per mare e gli anni più recenti nelle Valli l’avevano resa ciò che ormai era.
Aveva rinunciato a diecimila pezzi di platino per poter sopravvivere. Le avevano offerto un passaggio sicuro oltre al denaro, a lei ed a Robert, per scomparire e rifarsi una vita. Ma aveva investito troppo in ciò che si era costruita. La somma andata in fumo le faceva venir voglia di mangiarsi gli stivali, ma la conclusione non sarebbe stata l’ennesima fuga. In fondo lei era una donna d’affari, ma bisognava anche riconoscere quando il conio ti avrebbe portato più guai che vantaggi. Non le rimaneva che consegnare le planimetrie ed il resto delle informazioni ai cantastorie, immaginava in cambio di un bella stretta di mano. Merda.
E doveva decidere cosa fare di Robert. L’uomo che aveva cercato per tanti anni si era rivelato più fesso di quanto avesse pensato, nella sua battaglia contro i mulini a vento. Ci teneva ancora a sufficienza, o era diventato solamente un peso morto? Alla fine, cosa aveva trovato in lui? Erano così diversi...
L’aveva brutalizzato abbastanza, ironicamente, per salvarlo. Se fosse rimasto con lei, non avrebbe approvato la sua vita ed avrebbe seriamente rischiato la pelle. Lasciarlo per il suo bene, in modo che andasse lontano, sarebbe stata l’ennesima violenza nei suoi confronti e lei avrebbe buttato cinque anni della sua vita. E probabilmente avrebbe lo stesso rischiato la vita, l’idiota.
Non aveva più intenzione di comandarlo a bacchetta, avrebbe rispettato la sua libertà personale, ovunque questa lo conducesse.
Molti avvenimenti si erano succeduti, non tutti gradevoli. Le avevano permesso di esplorare certi meandri di se stessa che aveva sempre saputo di possedere, ma ai quali non aveva mai veramente dato libero sfogo. C’erano state missioni segrete, pianificazioni, rapimenti, torture, ritrovamenti, contrattazioni. In qualche modo sopravvivere a tutto questo, passarci attraverso, aveva cancellato le sue insicurezze e le aveva reso chiaro chi veramente fosse.
Non esisteva l’indecisione, esisteva solo la mancanza d’informazioni sufficienti.
Colpe erano state scambiate, accuse erano volate, compagni erano stati messi in dubbio, e l’unico modo per passarci attraverso era rimanere calmi e professionali, anche nelle situazioni più difficili. C’era sempre tempo successivamente per ubriacarsi o dare di matto, quando nessuno ti vedeva. L’esperienza e la fiducia potevano rendere un individuo stabile e riservato, un soggetto che raramente sprecava parole in trivialità o discussioni.
Purtroppo non aveva visto l’unità, la coesione. Anche tra i cosiddetti professionisti, a volte il braccio destro non sapeva cosa stava facendo il sinistro, e non per mantenere meglio la sicurezza. A volte le cose sfuggivano.
Era cresciuta a Baldur’s Gate, all’ombra del Trono di Ferro, e forse questo l’aveva resa più fredda del necessario, pur di sopravvivere. Ma quella vita, così come la successiva per mare e gli anni più recenti nelle Valli l’avevano resa ciò che ormai era.
Aveva rinunciato a diecimila pezzi di platino per poter sopravvivere. Le avevano offerto un passaggio sicuro oltre al denaro, a lei ed a Robert, per scomparire e rifarsi una vita. Ma aveva investito troppo in ciò che si era costruita. La somma andata in fumo le faceva venir voglia di mangiarsi gli stivali, ma la conclusione non sarebbe stata l’ennesima fuga. In fondo lei era una donna d’affari, ma bisognava anche riconoscere quando il conio ti avrebbe portato più guai che vantaggi. Non le rimaneva che consegnare le planimetrie ed il resto delle informazioni ai cantastorie, immaginava in cambio di un bella stretta di mano. Merda.
E doveva decidere cosa fare di Robert. L’uomo che aveva cercato per tanti anni si era rivelato più fesso di quanto avesse pensato, nella sua battaglia contro i mulini a vento. Ci teneva ancora a sufficienza, o era diventato solamente un peso morto? Alla fine, cosa aveva trovato in lui? Erano così diversi...
L’aveva brutalizzato abbastanza, ironicamente, per salvarlo. Se fosse rimasto con lei, non avrebbe approvato la sua vita ed avrebbe seriamente rischiato la pelle. Lasciarlo per il suo bene, in modo che andasse lontano, sarebbe stata l’ennesima violenza nei suoi confronti e lei avrebbe buttato cinque anni della sua vita. E probabilmente avrebbe lo stesso rischiato la vita, l’idiota.
Non aveva più intenzione di comandarlo a bacchetta, avrebbe rispettato la sua libertà personale, ovunque questa lo conducesse.
Eran Blackmore
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022